Estate caldissima.
Anche nei miei libri c'è l'estate, che è calda, ma in nessuno calda tanto questa che le sta superando tutte, comunque sempre estate.
Per celebrare un pezzettino di estate, un pezzettino di un capitolo estivo di "C'era l'Aquila Nera".
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- Quanto caldo fa? –
- Siamo in estate, cosa vuoi pretendere? A ogni stagione le giuste temperature. –
- Lo so, ma fa caldo lo stesso. Io sento caldo. –
- Annarita… ti lamenti sempre. –
- Questo reggiseno mi dà fastidio, me lo leverei, ma poi ho le tette che mi arrivano alle ginocchia. –
- Annarita! Sei sempre peggio. –
- Peggio di chi? Io sono io. –
- Questo lo so bene. Se non fossi tu, non saresti qui. –
Gli scuri del salotto sono accostati, solo sottili lame di luce entrano da fuori, in quelli spiragli si può vedere la polvere danzare nell’aria.
Sul tavolino c’è una caraffa di acqua e menta, due bicchieri ai lati.
- Comunque, anche se non sono quelle di un tempo, le mie tette non dispiacciono. – disse sorridente Annarita.
- Come non dispiacciono? Non “ti” dispiacciono? –
- Intendevo che non dispiacciono, in senso più generale… -
- Continui col tuo amico? –
Annarita fa un sorriso malizioso e gli occhi lampeggiano. Ha occhi grandi, un taglio da cerbiatta, espressivi, il suo punto di forza, può trasmettere molto e abbagliare, accecare un uomo.
Mi viene alla mente il ricordo di quando Luigi, nelle serate in compagnia, racconta di come ne fosse stato rapito.
Luigi, probabilmente, ne è ancora affascinato, ma non sono più i soli che guarda.
Meglio non indagare oltre, nessuna domanda diretta. Siamo qui per parlare, ma non di quello che riguarda Annarita.
- Vuoi un po’ di acqua e menta? – dico chinandomi per versarla nei bicchieri.
- Sì, grazie. La camminata mi ha fatto venire sete. È la mia bevanda estiva preferita. –
- Lo so. –
- Era da qualche tempo che non ci trovavamo per due chiacchiere, quando arrivano le altre? –