Scrivere
La domanda che mi sento rivolgere spesso, quando sanno che scrivo è: ma dove trovi il tempo per scrivere?
È una bella domanda e una domanda classica insieme.
In fondo anche una domanda a cui fa piacere rispondere.
Ci sono moltissimi articoli che riguardano gli scrittori in cui questa domanda viene posta, domanda retorica perché spesso sono articoli che riguardano grandi autori che non ci sono più.
In questo caso però la domanda è un po' diversa, che però va appaiata a questa: qual è l'orario in cui preferisci scrivere?
Girando sul web si scopre che Murakami si alza alle 4, Isaac Asimov e Hernest Hemingway si alzavano alle 6. Charles Dickens alle 7 e Stephen King verso le 8. Ray Bradbury e Lev Tolstoj si svegliavano alle 9 e Fitzgerald, con calma, alle 11. Da questi orari di sveglia consegue quello di scrittura di questi grandi.
In definitiva l'orario per scrivere dipende dalla propria personalità e dalle proprie attitudini.
Per chi non è uno scrittore professionista, come il sottoscritto, oltre all'orario attitudinale bisogna contemperare le strette esigenze della vita e gli impegni lavorativi; le due cose, tempo e ispirazione.
Per quanto riguarda me, io preferisco scrivere di mattina presto.
Alzarmi prima e dedicare un'oretta, o un po' meno, secondo il sonno e la pigrizia, alla scrittura, poi il lavoro chiama e quindi lo stop è forzato. Purtroppo lo stop, spesso, interviene quando la creatività sta dando i suoi frutti e le nebulose idee hanno preso forma. Quando accade, lascio qualche spazio bianco dall'ultima riga e cerco di appuntare velocemente il pensiero che mi stava fluendo in mente. Una frase di poche parole per non perdere il frutto dell'immaginazione e poi via di corsa.
Questa operazione a volte va bene, e quando il mattino dopo ci torno su sono in grado di riannodare i fili, altre volte invece no e allora bisogna ricominciare a pensare.
Sia in un caso che nell'altro l'importante è continuare a scrivere, perché qualcosa ne verrà fuori di certo.